Il Tempio di Antonino e Faustina

Il tempio di Antonino e Faustina è un tempio del Foro Romano di Roma dedicato all’imperatore Antonino Pio e alla moglie Faustina maggiore. Si trova a nord della Regia, tra la basilica Emilia e il tempio del Divo Romolo.

Storia

Il tempio fu eretto dopo la morte dell’imperatrice nel 141 e le fu dedicato dal Senato, come ricorda l’iscrizione sull’architrave della facciata (DIVAE FAVSTINAE EX S C). Alla morte dell’imperatore nel 161 il tempio venne dedicato anche al nuovo divus e fu aggiunta una riga soprastante all’iscrizione esistente (DIVO ANTONINO ET).

All’interno del tempio si insediò nel VII o VIII secolo la chiesa di San Lorenzo in Miranda. L’edificio era collegato in quest’epoca ad un arco in blocchi, demolito nel 1546. Nel 1536, in occasione della visita di Carlo V, erano già state demolite tre delle cappelle della chiesa che occupavano il pronao. A causa dell’interramento la chiesa venne ricostruita in forme barocche nel 1602 ad opera di Orazio Torriani, innalzandola di sei metri e occupando la cella e le prime colonne del pronao.

Descrizione

Il tempio sorge su un alto podio in blocchi di tufo, in origine rivestito esternamente in marmo, accessibile per mezzo di un’alta scalinata sulla fronte (frutto di una ricostruzione in mattoni recente), con al centro l’altare, del quale restano alcuni resti in laterizio. L’edificio è costituito da una cella, con pareti ancora opera quadrata di blocchi di peperino (originariamente presentava anche un rivestimento marmoreo), preceduta da un pronao esastilo, a sei colonne lisce sulla fronte e due sui lati, in marmo cipollino, proveniente dall’Eubea. Sono alte 17 metri e presentano capitelli corinzi. In lato hanno scanalature oblique che la vulgata considera originariamente destinate a tenere le corde con le quali si tentò di far crollare l’edificio per recuperarne i materiali; in realtà si tratta delle tracce di superfetazioni, verosimilmente lignee, che dovettero occupare questa parte del tempio dopo il suo abbandono. Su una colonna (la centrale di sinistra) sono presenti graffiti di statue forse un tempo qui presenti, tra i quali quello di Ercole col leone Nemeo.

La trabeazione è decorata da un fregio continuo con ghirlande, grifoni e strumenti sacrificali.

Per l’epoca romana sono ricordate dalle fonti erezioni di statue nel pronao del tempio (a Tito Pomponio Proculo Vitrasio Pollione nel 176, a Marco Basseo Rufo poco dopo, a Gallieno Salonino poco dopo la metà del III secolo). Oggi alcune di esse sono disposte sul podio.

Nei pressi dell’ex-tempio è stato scavato un sepolcreto arcaico risalente al X secolo a.C.

La Chiesa di San Lorenzo degli Speziali in Miranda

San Lorenzo in Miranda è una delle chiese di Roma. Dedicata al diacono romano Lorenzo, è situata nel Foro Romano, all’interno del Tempio di Antonino e Faustina, e risale al VII o XI secolo.

Domenichino - La Madonna con i SS. Filippo e Giacomo
Il tempio di Antonino e Faustina potrebbe essere stato riutilizzato già a partire dal VII secolo come chiesa, in quanto era ritenuto il luogo dove san Lorenzo era stato condannato a morte. La chiesa di San Lorenzo in Miranda, che deve il suo nome alla bella vista (mirare) sul Foro, è però attestata dalle fonti solo a partire dall’XI secolo.

Venne costruita una scala che permetteva l’accesso al portico dal lato del foro, ma i successivi scavi archeologici che hanno riportato alla luce il livello originario della zona in epoca imperiale hanno reso impraticabile l’accesso da quel lato.

Nel 1429/1430 papa Martino V concesse la chiesa alla Universitas Aromatorium, il “Collegio degli Speziali”, i quali utilizzano ancor oggi i locali adiacenti la chiesa per ospitare un museo ed anche un archivio che contiene, tra le altre, ricette firmate da Raffaello Sanzio. A seguito di questa concessione vennero costruite delle cappelle laterali.

Nel 1536 fu deciso di restaurare le forme originarie del tempio, rimuovendo le cappelle laterali e altre aggiunte. La sistemazione venne alterata nuovamente nel 1602 da Orazio Torriani, che rimodellò la chiesa dotandola di una singola navata con cappelle laterali. Nel 1801 iniziarono gli scavi archeologici.

L’aspetto della chiesa è molto simile al tempio originario, in quanto furono limitati i lavori che ne stravolgessero l’impianto: persino l’abside non venne mai costruito, preservando la struttura della cella del tempio. Nell’attuale chiesa sono visibili diversi dipinti. Fra gli autori più celebri sono da citare Pietro da Cortona ed il Domenichino.