Si tratta di un ciclo di affreschi estremamente interessane, non firmato e non datato, ma da collocoare stilisticamente tra la prima e la seconda metà del secolo diciottesimo. Lo stile, brillante e vivace, è molto caratteristico e personale ma l’autore non è conosciuto e non esistono a Roma altre opere riferibilei alla stessa mano. Si ritrova una mano affine soltanto in alcuni cicli di affreschi nel Duomo e Refettorio della Cattedrale di Sermoneta, dove fu attivo, tra gli altri, un interessante e poco noto pittore, originario proprio di quella cittadina, Gian Domenico Fiorentini, nato nel 1747 e morto nel 1820. Malgrado i nostri affreschi non siano riferibili alla sua mano, più accademica e convenzionale, va notato come ci sia un interessante legame tra questo artista e gli affreschi di S. Lorenzo, che potrebbero essere nati intorno al 1720, oltre 30 anni prima dell’esordio documentato del Fiorentini. In ogni caso si vede qui all’opera un artista di esplicita formazione meridionale, con alcune affinità anche con la discenzenza di un grande pittore napoletano del Seicento, Niccolò de Simone, improntate allo stesso estro e vitalità, completamente antiaccademiche.